Il Centro Studi e Statistiche di UNRAE, sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha elaborato una stima del mercato dei Rimorchi e Semirimorchi con massa totale a terra superiore a 3,5 t che per i primi due mesi del 2019 restituisce già un allarmante +0,3% rispetto allo stesso periodo del 2018 (con 2.732 unità immatricolate contro 2.724) ma con febbraio in perdita del 2,4% (1.324 unità contro 1.357).
“Ancora una volta non ci stupisce - commenta Sandro Mantella, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE, l’Associazione delle Case estere - che il mercato stia su posizioni che vorremmo definire di attesa, per non eccedere in pessimismo”.
“Di fatto - continua Mantella - la scena politica continua ad essere dominata dall’incertezza, e la conseguente mancanza di indirizzo strategico circa lo sviluppo che si intende dare al settore dell’autotrasporto, nella direzione di un rinnovo del parco coerente con l’esigenza di maggior sostenibilità e sicurezza, mette le imprese in condizione di non poter programmare gli investimenti con sufficienti garanzie di buon fine.
Riscontriamo, intanto, anche quest’anno il ritardo già ripetutamente lamentato nella disposizione degli atti normativi e regolamentari di ripartizione delle risorse, necessari per avviare il periodo di presentazione delle domande di finanziamento per l’annata 2019”.
“A questo proposito - sottolinea Mantella - ricordiamo che un effetto negativo sulle decisioni di investimento deriva anche dal fatto che per i passati periodi di finanziamento, a causa dell’eccesso di domande ricevute rispetto alla disponibilità di fondi destinati ai veicoli rimorchiati, le imprese che avevano visto accolte positivamente le loro domande hanno poi constatato che il contributo unitario effettivo era stato diminuito per poter soddisfare tutti i richiedenti, e che gli accrediti relativi arrivano con eccessivo ritardo”.
“Tutto questo - conclude Mantella - dimostra il perpetuarsi dello scarso interesse del decisore politico per un settore strategicamente determinante per lo sviluppo economico; sviluppo che non si ottiene senza favorire il collegamento più efficace possibile tra i luoghi di produzione dei beni e i relativi mercati.
Così come non giova a nessuno - per esempio - reiterare promesse di fondi destinati al rinnovo del parco contro rottamazione dell’usato, se poi alle promesse non segue nessuna azione concreta. In una situazione del genere, le imprese possono decidere solo di attendere, e l’attesa non è esattamente il più produttivo dei comportamenti imprenditoriali”.
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