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Immatricolazioni auto in calo anche a febbraio: -6,3%

Periodo di pubblicazione: 03 marzo 2025
Periodo di riferimento dei dati: febbraio 2025

• Immatricolate nel mese 137.922 vetture, quasi 9.300 meno dello scorso anno • La bozza di Piano d’Azione Europeo lascia ancora molti nodi irrisolti • La Presidente della Commissione Europea intenzionata a concedere 3 anni ai Costruttori per adeguarsi ai target sulla CO2 • Necessaria la riforma della fiscalità aziendale per favorire finalmente lo sviluppo di flotte verdi

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Continua la preoccupante flessione del mercato autovetture italiano: nel mese di febbraio le immatricolazioni si sono attestate a 137.922 unità, quasi 9.300 vetture in meno rispetto alle 147.170 di febbraio 2024 (un calo del 6,3%), che aveva però un giorno lavorativo in più.

 

Il primo bimestre dell’anno si chiude quindi con 271.638 immatricolazioni, in calo del 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, ma con un pesante -21,0% rispetto al 2019.

 

Nel mese di febbraio la quota di auto elettriche pure (BEV) si attesta solo al 5,0%, in crescita rispetto al 3,4% di febbraio 2024, che risentiva dell’attesa dell’avvio degli incentivi, ma in linea con il 5,0% di gennaio. Le auto ibride plug-in (PHEV) salgono al 4,5% rispetto al 3,6% di gennaio e al 3,2% di febbraio 2024. Complessivamente, le auto elettrificate (ECV) raggiungono una quota di mercato del 9,5%.

 

UNRAE ricorda che lo scorso 26 febbraio è stato presentato il Clean Industrial Deal, la Comunicazione della Commissione Europea finalizzata ad accelerare al tempo stesso la decarbonizzazione e, in linea con il Rapporto Draghi, la competitività dell’industria europea. Contrariamente alle dichiarazioni iniziali del Vicepresidente esecutivo Stéphane Séjourné, il documento non contiene misure specifiche per il rilancio del settore automotive ma si limita a menzionare alcune iniziative, come ad esempio il Piano d’Azione per il settore automobilistico, che sarà presentato il prossimo 5 marzo.

 

Riguardo a quest’ultimo, invece, è circolato un documento della Commissione, che è stato distribuito ai partecipanti alla riunione dello scorso 27 febbraio del Dialogo Strategico sull’Automotive, la cui ultima riunione si è tenuta oggi stesso.

 

Il documento, che contiene in bozza le prime indicazioni del Piano d’Azione, fornisce solamente gli indirizzi di quelle che potrebbero essere le future azioni della Commissione fra il 2025 e il 2026, articolate in 5 aree chiave: Innovazione e Digitalizzazione, Mobilità Pulita, Competitività e resilienza della Supply Chain, Qualificazione del Personale e Dimensione Sociale, Parità di condizioni e Ambiente di Business.

 

“Da queste primissime indiscrezioni sul ‘Piano d’Azione’ della Commissione Europea” dichiara Michele Crisci, Presidente di UNRAE “non sembrano ancora emergere misure concrete per rendere il settore più competitivo e affrontare con decisione la transizione verso la decarbonizzazione”.

 

In particolare, per quanto riguarda la “mobilità pulita”, la Commissione dichiara infatti di voler supportare concretamente lo sviluppo della domanda di auto a zero emissioni, ma non parla più di incentivi europei alla domanda, bensì di raccomandazioni agli Stati membri per valorizzare le best practices e individuare possibili fonti di finanziamento per supportarne l’implementazione.

 

“Con un approccio del genere - prosegue Crisci - e senza un fondo centralizzato per il loro finanziamento, si allontana indefinitamente l’obiettivo di ottenere dei programmi di incentivazione omogenei a livello europeo”.

 

L’UNRAE dichiara invece apprezzamento per la dichiarazione odierna della Presidente Von der Leyen riguardo ad un emendamento sui regolamenti riguardanti le sanzioni per il mancato rispetto dei target di emissione di CO2, tenendo conto delle reali difficoltà di mercato: per risultare efficace, la proposta, che consentirebbe di calcolare le emissioni sulla media di tre anni, dovrà essere rapidamente approvata da Parlamento e Consiglio Europeo.

 

Tra le prossime tappe, l’UNRAE sarà coinvolta l’11 marzo al Tavolo Automotive promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). In tale occasione l’Associazione ribadirà ancora una volta la necessità di istituire a livello nazionale un piano pluriennale di sostegno alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni e di accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e di rifornimento di idrogeno. UNRAE insisterà anche sulla necessità di riformare in tempi brevi il regime fiscale delle auto aziendali, oggi inadeguato e penalizzante rispetto agli altri Paesi europei, di modulare la detraibilità IVA e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2, con riduzione del periodo di ammortamento a 3 anni.

 

“Le proposte – conclude Crisci - già ampiamente illustrate alle Istituzioni, potranno aiutare a creare un ambiente realmente competitivo e sostenibile per il settore automotive in Italia”. 

 

 

L’analisi della struttura del mercato del mese, sotto il profilo degli utilizzatori, evidenzia una flessione dei privati che li porta a perdere 2,8 punti di quota, al 54,3% del totale (58,6% nel bimestre, -0,5 p.p.). Anche le autoimmatricolazioni cedono in volume e in quota all’8,9% nel mese (-0,3 p.p.) e all’8,6% nel cumulato, in linea con febbraio 2024. Recupera il noleggio a lungo termine che a febbraio guadagna 3,8 punti, al 24,0% di quota (22,0% nel cumulato, +1,3 p.p.), per la forte accelerazione delle Captive, a fronte di un calo delle società Top. Il noleggio a breve termine cede oltre il 17% delle immatricolazioni e scende nel mese al 7,1% del totale (-0,9 p.p.); nel 1° bimestre si porta al 5,2% (-0,9 p.p.). Le società recuperano 0,1 punti di quota nel mese, al 5,7%, e rimangono stabili nel cumulato al 5,6%.

 

Tra le alimentazioni, in febbraio il motore a benzina cede 4,6 punti, al 26,3% (26,6% nel bimestre, -4,0 p.p.). Il diesel perde altri 5,1 punti e si ferma nel mese al 9,7% di share (9,6% in gennaio-febbraio, -5,7 p.p.), mentre il Gpl – seppur in calo in volume – recupera 0,2 punti, portandosi al 9,9% nel mese e al 10,0% nel cumulato (-0,3 p.p.); il metano non immatricola autovetture nel mese e nel bimestre. Le vetture ibride salgono al 44,6% di share nel mese (+6,8 p.p.) e al 44,8% nel cumulato (+6,9 p.p.), con un 12,5% per le “full” hybrid e 32,1% per le “mild” hybrid in febbraio. Come anticipato, le auto BEV nel mese confermano la quota di gennaio e si portano al 5,0% del totale (+1,6 p.p. e al 5,0% in gennaio-febbraio, +2,3 p.p.), mentre le PHEV salgono al 4,5% (+1,3 p.p. e al 4,1% nel bimestre, +1,1 p.p.).

 

L’analisi della segmentazione mostra in febbraio una flessione delle berline e dei Suv del segmento A, rispettivamente al 10,4% e 1,8% del totale mercato. Anche nel segmento B flettono le berline (al 17,4%), mentre crescono i Suv, al 32,6% di share. Nel segmento delle medie (C) crescono sia le berline, al 5,0%, che i Suv, al 19,4% di quota. In febbraio rimangono stabili le berline del segmento D, allo 0,9% e i Suv cedono un decimale al 5,7% di share. Nell’alto di gamma, nonostante andamenti differenziati in volume, confermano la quota le berline (allo 0,2%) ed i Suv, all’1,4%. Infine, le station wagon rappresentano il 2,4% del totale, gli MPV il 2,2% e le sportive lo 0,7%.

 

Sul fronte delle aree geografiche, in febbraio il Nord Ovest conferma il secondo posto pur salendo di 0,9 punti, al 29,0% (28,8% nei 2 mesi). Il Nord Est riesce a mantenere la leadership, anche se in perdita di quasi 4 punti di quota, al 29,4% di share (29,1% nel cumulato), grazie al contributo del noleggio, senza il quale scenderebbe di oltre 6 punti, al 23,3%. Il Centro Italia guadagna 4,1 punti, al 27,1% (26,6% in gennaio-febbraio), l’area meridionale scende al 9,6% e le Isole al 4,8% (rispettivamente 10,3% e 5,3% nel cumulato).

 

Le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni in febbraio cedono il 4,1% a 115,2 g/Km; 116,1 g/Km nel bimestre (-4,4%).

 

L’analisi delle immatricolazioni di febbraio per fascia di CO2 riflette l’andamento nel mese di auto BEV e PHEV: la fascia 0-20 g/Km rappresenta il 7,4% del mercato, il 2,0% la fascia 21-60 g/Km (rispettivamente 7,1% e 2,0% nel cumulato). La fascia 61-135 g/Km rappresenta il 67,9% (68,1% nel cumulato), mentre la quota delle vetture da 136 a 190 g/Km si porta al 18,7% e quella della fascia oltre i 190 g/Km all’1,9% (rispettivamente 19,0% e 2,0% nel 1° bimestre).

 

In allegato il cumunicato stampa completo di grafici


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